Français: Italien au service du tsar
Deutsch: Italienisch in den Dienst des Zaren
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Una pagina poco conosciuta della storia l'Italia è quella inerente agli italiani che servirono sotto la bandiera con l'aquila bicipite zarista nelle guerre napoleoniche.
Michail Illarionovič Goleniščev-Kutuzov |
Ci furono tre tipologie di italiani che servirono l'esercito zarista:
a) Gli italiani od i discendenti di italiani che abitavano nell'Impero Russo. Nel '700 si era formata una colonia di pugliesi in Ucraina ed in Crimea oltre agli italiani provenienti dai vari stati pre-unitari che si erano recati in Russia per lavorare nell'ambito delle costruzioni che tanto impulso avevano avuto nel XVIII° secolo. Vi erano architetti, artisti, mastri carpentieri etc. Questi italiani però erano inquadrati come tutti i russi e quindi vi sono pochissime informazioni:
b) Gli ufficiali che a seguito dell'occupazione francese della penisola preferirono emigrare anziché servire l'occupante. Questi erano principalmente piemontesi o comunque delle provincie continentali del Regno Sabaudo.
c) Prigionieri di guerra a cui veniva richiesto di combattere contro i francesi occupanti la loro patria.
Un Generale Russo: Alexander N. Ryleyev |
Per quanto riguarda la truppa i soggetti arruolati non furono molti in quanto il campo di concentramento di Orel, vero lager, dove gli italiani erano rinchiusi non prometteva grandi speranze di vita ed in effetti i prigionieri vennero enormemente falcidiati da epidemie.
Ciò nonostante nel 1812 venne creato un primo embrione della Legione Straniera (Formirovanie Legionov) sul modello della più famosa Legione Russo-Tedesca. La Formirovanie Legionov riuscì a contare 3 nuclei: il primo di francesi, il secondo di olandesi ed il terzo di italiani. Legione che però in massima parte era formata da disertori. Di italiani vi era una sola compagnia. La Formirovanie Legionov era sotto il comando russo ma al soldo inglese. Ciò secondo la massima che guidava le direttive del governo britannico: "Contro Napoleone molti soldi e pochi uomini". Questo perché i militari inglesi servano a mantenere il controllo delle colonie.
Diversi furono invece gli ufficiali e gli artiglieri italiani che servirono lo Zar. Sette di loro raggiunsero il grado di Generale e vogliano di seguito ricordarli. Curiosamente la sorte peggiore toccò proprio ai piemontesi in quanto si rifugiarono all'estero per non servire i francesi ed al loro ritorno in patria nel 1814, in buona parte, vennero accusati di aver abbandonato i Savoya. Poi vennero quasi tutti epurati nel 1821 in quanto, parteggianti o quantomeno accusati di parteggiare per le idee liberali. Alcuni rimasero al servizio degli Zar e raggiunsero il grado di Generale dopo la sconfitta di Napoleone.
Filippo Paolucci
Modenese ma inquadrato dai russi come piemontese. Formalmente era suddito del Regno d'Italia e non facente parte delle nuove provincie francesi (Piemonte). Non solo raggiunse il grado di Generale ma venne anche nominato Marchese e divenne Governatore della città baltica di Riga.
Filippo Paolucci |
Cavalier Giuseppe Nicola Augusto Manfredi
Piemontese. Ingegnere militare. Entrò nell'Artiglieria di Marina. Sposò la figlia di un Generale Russo. Grazie alla sua abilità crebbe gerarchicamente sino a divenire il comandante del 7° Distretto Trasporti (Baltico e Bielorussia)
Conte Giuseppe Antonio Trincheri di Venanzone
Nizzardo. Divenuto Generale continuò la sua carriera sino a divenire Comandante dell'8° Divisione Russa. Pluridecorato combatté nel Caucaso e contro i turchi. Fece in Europa le campagne dal 1812 a 1815.
Conte Giuseppe Gabriele Maria Galateri di Genola
Di Savigliano. Pluridecorato. Già comandante dei Cosacchi di Wittgenstein, divenne Maggiore Generale e comandò una brigata di cavalleria russa nella battaglia di Lipsia (1813).
Conte Alessandro Michaud de Beauretour
Di Nizza. Divenuto Generale fu nominato "Aiutante di Campo dello Zar" ed entrò a far parte del suo staff.
Luigi Gianotti
Di Torino. Nominato Generale fece una folgorante carriera sino a diventare il Comandante del Genio Russo. Rimasto in Russia, dopo l'epopea napoleonica, diresse i lavori della fortificazione di Sebastopoli che divennero il centro della guerra del 1854.
Roberto Winspeare
Leccese. Ufficiale di Artiglieria raggiunse il grado di Tenente Generale. Fu il comandante della 12° batteria (12 cannoni) nel ridotto di Ševardino che i francesi tentarono inutilmente per ben 17 volte di conquistare. Salvo poi doversi ritirare a Borodino, su ordine di Kutuzov, in quanto il resto del fronte russo cedeva. Questo grande atto di valore è stato riportato da Tolstoj in "Guerra e pace" oltre ad essere stato magnificato nel film "Guerra e pace". Nel 1814 partecipa all'assedio di Parigi ove perde un braccio per una cannonata dei difensori.
Se si vuole approfondire le notizie posso consigliare il link seguente ove è menzionata fra l'altro l'incredibile avventura del piemontese Mordiglio che disertò dall'esercito francese in Prussia e riuscì a passare le linee nemiche, più che altro per fame, e dopo varie peripezie riuscì addirittura a divenire il cameriere personale dello Zar. Avventura da far invidia a Barry Lyndon!
http://www.napoleon-series.org/research/biographies/Piedmont/c_PiedmontOfficersinRussia.html
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